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L’Italia alla conquista di Taiwan, porta di ingresso per la Cina
 

di Raffaele Cazzola Hofmann 25 mag 2019

 

L'Italia alla conquista di Taiwan Porta di ingresso per la Cina Una dragon boat sul fiume Tamsui a Taipei
Taiwan presenta per l’Italia interessanti opportunità di investimenti economico-commerciali. È quanto emerge dai dati aggiornati sull’interscambio bilaterale avvenuto nel 2018 raccolti ed elaborati dall’Ufficio italiano per la promozione economica, commerciale e culturale e dall’Agenzia Ice di Taipei. L’Italia è stata il quinto partner commerciale di Taiwan nella UE con un interscambio complessivo in crescita del 5% sul 2017. Secondo le statistiche delle dogane taiwanesi, nel 2018 le esportazioni italiane verso l’isola hanno raggiunto 2,3 miliardi di euro; le importazioni dall’isola 2,1 miliardi di euro. Gli investimenti diretti netti italiani a Taiwan nel 2018, registrati dal locale ministero degli Affari Economici, sono ammontati a 6,4 milioni di dollari (+ 329% rispetto al 2017), concentrati principalmente nel settore dei trasporti, della distribuzione e della ristorazione. Quelli taiwanesi in Italia sono stati pari a 27,8 milioni di dollari (+ 174% rispetto all’anno precedente): coinvolti soprattutto i settori della distribuzione e della produzione di macchinari, componenti elettronici e mobili.

 

Le imprese
In base ai dati di Invitalia, 23 imprese italiane sono partecipate da controparti taiwanesi con un fatturato totale di 2,54 miliardi di euro. Ci sono realtà come Acer e Italia Marittima, controllata da Evergreen, gigante taiwanese dei trasporti via mare e della logistica portuale. Quasi la metà delle imprese a partecipazione taiwanese o controllate è concentrata in Lombardia. Di converso sono presenti a Taiwan alcune importanti imprese italiane quali STMicroelectronics a Ansaldo (ora parte del gruppo giapponese Hitachi). Il responsabile dell’Ufficio italiano per la promozione economica, commerciale e culturale di Taipei, ministro plenipotenziario Davide Giglio, dice al Corriere: «Taiwan intende diversificare i propri investimenti esteri e i propri flussi commerciali proiettandosi non solo verso la Cina, ma anche e sempre di più verso i paesi ASEAN, il Giappone, gli Stati Uniti e l’Europa». Su un piano la vicinanza geografica alla Cina e il ruolo centrale nella catena della subfornitura dell’industria IT cinese fanno di Taiwan un importante riferimento per le aziende estere interessate al mercato del Dragone. Su un altro piano, però, l’elevata dipendenza economica dalla Cina, in una fase peraltro molto complessa delle relazioni politiche con Pechino, costituisce un elemento di potenziale vulnerabilità economica per Taiwan — 23esima economia mondiale, quinto partner asiatico della Ue e leader mondiale della produzione di semiconduttori — che si sta confrontando con livelli di crescita economica in calo. Anche per questo, dice Giglio, l’impegno italiano a Taiwan «si sta rinnovando nel valorizzare il ruolo dell’Italia, non ancora pienamente percepito, che dopo la Brexit sarà la terza economia della Ue».

Agroalimentare, moda e cultura
Per quanto riguarda l’export italiano, l’alimentare italiano è un settore di grande rilevanza nei rapporti commerciali dell’Italia con Taiwan. Il trend, già positivo, dovrebbe conoscere ulteriori progressi con l’accesso al mercato taiwanese di alcuni prodotti significativi per il nostro sistema produttivo agricolo italiano: frutta, carne suina e bovina (prosciutto di Parma e bresaola). Sono in atto azioni per garantire la tutela delle indicazioni geografiche sul mercato taiwanese. Oltre all’alimentare, tradizionale punto di forza del Made in Italy nel mondo insieme alla cultura e alla moda, ci sono ulteriori settori giudicati promettenti da Giglio: «I dati evidenziano come le prospettive della cooperazione economica bilaterale presentino forti margini di espansione grazie anche a un sensibile aumento degli investimenti taiwanesi in Italia, virtualmente inesistenti fino al 2010. La volontà italo-taiwanese confermata nel Foro di cooperazione è di rafforzare la collaborazione in particolare sui fronti dell’IT, di Industria 4.0, delle smart-city, delle Pmi, dell’industria tessile, del disegno industriale e della prevenzione e monitoraggio dei disastri naturali. Anche i settori delle energie rinnovabili, della farmaceutica e del turismo hanno notevoli potenzialità».

 

Link, https://www.corriere.it/economia/aziende/19_maggio_25/italia-conquista-taiwan-porta-ingresso-la-cina-5389050e-7ec4-11e9-a444-6e83400b8609.shtml?refresh_ce-cp



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