Sfruttare Taiwan per penetrare il mercato cinese.
Taipeieco.it, 18
dicembre 2013. LC.
Internazionalizzazione, Paesi emergenti, esternalizzazione della produzione sono solo alcune delle espressioni che sembrano diventate parole d’ordine per il business man che vuole tenere in vita la propria azienda.
Ma come e dove
orientarsi?
Se è vero che il mercato asiatico offre moltissime opportunità, è anche vero che
non tutti i Paesi rappresentano una valida alternativa.
Investire in Asia non è semplice a causa della profonda differenza
economico-culturale-linguistica, della concorrenza spietata e di una domanda
proveniente da una realtà poco conosciuta. Un errore da evitare è senz’altro
quello di avventurarsi senza il sostegno di un partner locale, che conosca usi e
costumi, il mercato e la clientela, che sia ben inserito nella catena
distributiva o che abbia una o più sedi in Cina o in altri Paesi asiatici, dove
l’azienda intende espandersi. Un partner come Taiwan.
La piccola e laboriosa isola si presenta ormai da anni come ponte ideale fra l’Occidente e i suoi vicini asiatici. Forte della decennale esperienza di business con l’Occidente, ma anche di una tradizione fortemente radicata, Taiwan è ad esempio l’interlocutore perfetto per conoscere ed interpretare la domanda dei cinesi.
Taiwan hub per
il mercato asiatico.
Taiwan si presenta come un hub sicuro e culturalmente vicino all’Occidente, da
dove poter intrattenere rapporti commerciali ed economici con il resto
dell’Asia. Anche geograficamente, la posizione dell’isola conferma questa
capacità in termini di comunicazioni e trasporti, con una distanza media di 3
ore di volo verso le principali destinazioni (Cina, Vietnam, Corea del Sud,
Giappone, Filippine, Malesia, Indonesia, Tailandia, etc.).
Nell’ultimo
decennio il rapporti commerciali ed economici fra Cina e Taiwan hanno vissuto
un’impennata senza precedenti e, attualmente, oltre un milione di imprenditori e
operatori taiwanesi lavorano in Cina, con un ammontare di investimenti pari a €
100 miliardi.
Le comunicazioni sono ben sviluppate con più di 80 porti per la navigazione
diretta e più di 600 voli diretti settimanali. I rapporti bilaterali sono sempre
più distesi e in continua crescita (già 18 accordi bilaterali sono stati
sottoscritti nei settori bancario, assicurativo, sicurezza alimentare,
protezione della proprietà intellettuale, etc.), come testimonia l’accordo di
libero scambio che si arricchisce ogni anno di nuove agevolazioni e garanzie e
ha già notevolmente agevolato l’export taiwanese verso la Cina. Attualmente,
Taiwan gode di dazi di esportazione molto bassi o addirittura nulli verso la
Cina. Il commercio fra Taiwan e Cina ha raggiunto USD 177 miliardi nel 2012.
Taiwan intrattiene stretti rapporti anche con i Paesi ASEAN (USD 70 miliardi di
investimenti e commercio totale per USD 88,4 miliardi), con l’India, dove si
sono stabilite le sedi di molte industrie taiwanesi e con il Giappone, con il
quale l’isola ha avviato già da tempo un processo di stretta collaborazione in
diversi settori, che è in costante crescita.
Un’azienda italiana che volesse espandersi in Asia e soprattutto in Cina potrebbe trovare a Taiwan il suo interlocutore ideale. I servizi messi a disposizione degli investitori da parte del governo sono puntuali ed efficienti, grazie al preposto Dipartimento per i Servizi agli Investimenti, e coprono tutti gli aspetti del progetto (normativa, settori agevolati, procedure burocratiche, tassazione, risorse umane, visti e permessi di soggiorno, etc.), inclusa la ricerca di un partner locale, elemento fondamentale per poter interpretare il progetto e la strategia dell’azienda e tradurli in un approccio adeguato al mercato locale, che risulti innovativo e vincente.
Settori
Per quanto riguarda la scelta del settore, da diversi anni i settori trainanti a
Taiwan sono le industrie ICT (telecomunicazioni, informatica, ottica-elettronica
e semiconduttori) e le industrie biotech (energie alternative, attrezzature
mediche e farmaceutici).
Attualmente, le industrie emergenti, che possono contare su un notevole impegno
di risorse da parte del governo, sono la biotecnologia, il turismo, le energie
alternative, il settore sanitario, l’agricoltura ad alto rendimento e il settore
cultura e creatività.
Altre industrie emergenti sono anche il cloud computing, gli EVs (veicoli
elettrici), l’edilizia verde.
Per quanto riguarda il settore dei servizi, il governo ha individuato 10 aree di
punta da sostenere e promuovere, in chiave sostanzialmente internazionale:
cultura culinaria, turismo medico, musica e contenuti digitali, e-commerce e
lingua cinese, logistica globale, MICE (industria della congressistica),
riqualificazione urbana, istruzione di alto livello, piattaforme per la raccolta
fondi destinati alle industrie innovative.
Dall’Italia, già diverse aziende sono riuscite a sfruttare queste opportunità e l’interesse è in crescita costante. Nel settore ambientale, recentemente una ditta di Novara ha intrapreso la strada della cooperazione per esternalizzare la propria produzione. Sfruttando l’alta quantità di scarti chimici presenti a Taiwan, sarà trasferita sull’isola la produzione di materiali destinati al settore celle solari, in una nuova fabbrica avviata in partnership con il distributore locale.
Il mercato cinese.
Taiwan è considerata una destinazione privilegiata per gli investimenti
stranieri (nel 2013, al 4° posto nel mondo secondo BERI) e diverse
multinazionali hanno investito in vari settori (Canon, Intel, Sony, HP, Macquire).
Sfruttare Taiwan per penetrare il mercato cinese è la chiave del successo di
diverse aziende. Una partnership con un’azienda taiwanese già inserita nel
mercato cinese è la strada scelta, ad esempio, da Louis Vuitton (LVMH).
Attraverso la sua affiliata, LCapital Asia, LVMH è diventato il secondo maggiore
azionista della taiwanese Xinhe Fashion co., azienda operante nel settore
abbigliamento dal 1992, che possiede 6 marchi pensati per diversi segmenti di
mercato. Xinhe possiede una rete di 620 negozi su tutto il territorio cinese.
Altri marchi hanno optato per l’apertura di negozi mono-marca nei maggiori
centri commerciali dell’isola (Lamborghini, Bulgari, Tod’s, Dior, Chanel,
Versace, Fendi, Piquadro, Zegna, Ferragamo, etc.), mentre i marchi meno
conosciuti si affidano agli esperti distributori taiwanesi, molti dei quali
hanno una rete distributiva ben consolidata in Cina (De Longhi, Candy, Bialetti,
Armani-Diesel, Slamp, Magis).
C’è anche chi ha captato la naturale propensione dei taiwanesi a sperimentare
nuovi sapori e gusti, unita al prestigio della cucina italiana, i cui echi
arrivano perfino a Taiwan. L’italiana Alessi ha scelto Taiwan per il suo debutto
nel settore ristorazione, con l’apertura di un ristorante-bar a Taipei, il primo
in assoluto a marchio Alessi.
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