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Stretta di mano storica tra Cina e Taiwan
12/02/2014 - NELLE
DUE CAPITALI SARANNO APERTI UFFICI DI RAPPRESENTANZA PER RILANCIARE LE RELAZIONI
di Ilaria Maria Sala.
A Nanchino primo incontro bilaterale 65 anni dopo la separazione.
Incontro storico
fra Cina e Taiwan in una città, Nanchino, fra le più simboliche: i responsabili
delle relazioni tra i due Paesi si sono dati appuntamento ieri in quella che è
stata la capitale della Cina repubblicana, nata con Sun Yat Sen nel 1911 e, dopo
l’avanzata delle truppe comuniste di Mao Zedong, costretta nel 1949 a riparare a
Taiwan, sotto la guida di Chiang Kai Shek.
Da quell’anno,
lo stesso in cui Mao fondò la Repubblica Popolare cinese riportando la capitale
a Pechino, tra i due Paesi non si era avuto un incontro a livelli così alti: per
la prima volta ieri la Cina «continentale» ha accettato di riconoscere la
legittimità di un ministro taiwanese - in questo caso Wang Yu-chi, ministro
degli Affari del continente - che ha incontrato la sua controparte cinese, Zhang
Zhijun, a capo dell’Ufficio degli affari taiwanesi.
L’incontro, che
andrà avanti fino a venerdì, rappresenta un’importante evoluzione di una
relazione che si era finora sviluppata solo in campo economico e commerciale.
Ciononostante, ieri è stata mantenuta una certa prudenza, e all’interno della
sala dove si sono incontrati i ministri non sono state esposte targhe con i
titoli dei presenti, per non urtare sensibilità o rinnegare affermazioni
passate.
Pechino,
infatti, continua a definire Taiwan una «provincia ribelle», non vuole ammettere
che l’isola abbia un governo democratico e ancora non rinuncia all’ipotesi
dell’uso della forza per «riconquistarla»: 1200 missili sono infatti puntati
contro i vecchi nemici, nel caso in cui la nuova tecnica di riavvicinamento non
dovesse funzionare.
In realtà, le
relazioni nello stretto di Formosa sono andate migliorando già dal 2008, anno in
cui Taiwan scelse come presidente Ma Ying-jeou, del partito nazionalista, poco
favorevole a mutare lo status quo, ma propenso a un disgelo con Pechino. E
l’incontro di ieri dimostra che i rapporti tra i due Paesi stiano subendo una
forte accelerata, più di quanto l’elettorato taiwanese si aspettasse: a
Nanchino, infatti, sono stati ripristinati i «tre collegamenti» (navali, postali
e aerei) ed è stato stabilito che i cittadini cinesi potranno visitare Taiwan
sia come turisti, sia come studenti o investitori, decisione che sta destando
non poca preoccupazione sull’isola. L’incontro fra i due ministri si concluderà
venerdì a Shanghai, dove oggi lavorano oltre due milioni di taiwanesi. Ma dalle
prime indiscrezioni pare che sia stata già approvata la creazione di due uffici
di rappresentanza nelle rispettive capitali, una proposta in precedenza
fortemente respinta da Pechino.
Il vertice di ieri, però, sarebbe iniziato con uno screzio: Pechino non avrebbe voluto accreditare i corrispondenti taiwanesi di «Radio Free Asia» e del quotidiano pro-democrazia «Apple Daily», lasciando fuori dalla conferenza stampa anche alcuni giornalisti internazionali.
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