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Vino e olio d'oliva made in Italy a Taiwan

 

Il Sole 24 Ore, 10 gennaio 2014.

 

Uno scenario a due facce. Il made in Italy piace molto a Taiwan ma, specie per i prodotti alimentari, le nostre aziende devono attrezzarsi a procedere con grande cautela. Tra i Paesi dell’Europa, con la quale l’isola dello Stretto ostenta ottimi rapporti, l’Italia è l’unico ad avere sottoscritto, tre anni fa, un accordo doganale. Ma di recente ben sette container di piastrelle italiane sono stati bloccati all’ingresso perché mancava su ogni singola piastrella la marcatura con l’origine del prodotto. Il fatto che a marzo scorso l’Ice e l’omologa agenzia di promozione, la taiwanese Taitra, abbiano sottoscritto a Roma un memorandum of understanding, fa ben sperare.


Dice Chiara Maria Petrò, responsabile della sezione dell’Ufficio italiano di promozione economica, commerciale e Culturale a Taipei che al cibo italiano ha dedicato un sito ad hoc (http://www.enjoygourmet.com/ italianwines/eindex.html):
"Bisogna essere molto cauti quando si spediscono prodotti alimentari a Taiwan; il vino, in fondo, è quello che incontra meno problemi. Per la sua elevata capacità di spesa, l’attenzione alla qualità e l’interesse per lo stile di vita italiano, Taiwan è un mercato che offre opportunità commerciali particolarmente attraenti proprio per il sistema produttivo dell’agroalimentare italiano. Ecco perché l’Italia del vino è sbarcata anche a Taiwan: 25 cantine hanno potuto far conoscere lo scorso novembre i loro prodotti in un evento organizzato da noi. Qui si concentrano i collezionisti più accaniti di vini rari".

"Avremo uno stand – prosegue – alla Eco Products International Fair dal 13 al 16 marzo a Taipei, ma il core resta il cibo. Nel 2014 organizzeremo seminari dedicati all’olio d’oliva extra vergine italiano e una campagna immagine entro giugno 2014 più seminari sui prodotti alimentari, poi parteciperemo con una collettiva al Taipei Food Show a giugno. L’Italia qui è molto forte nel settore dell’olio".

 

Nel 2012 Taiwan ha importato olio di oliva per 21,8 milioni di dollari (+ 0,6%). L’Italia, con 12,4 milioni, presenta un calo del 12,6 % rispetto al 2011, ma resta di gran lunga il principale fornitore a Taiwan con una quota del 57% (prima della Spagna la cui quota è del 33%, ma il cui export è aumentato del 34%). E nei primi 10 mesi del 2013 le importazioni taiwanesi di olio sono state di 24,68 milioni con un incremento del 42,3% rispetto al 2012. Il mercato dell’olio d’oliva non solo si sta espandendo (il dazio all’importazione è pari a zero), ma si sta anche diversificando e sembra disponibile all’arrivo di prodotti biologici e di alta gamma. Episodi come quello che in ottobre ha coinvolto Chang Chi Food Stuff factory Co. (Tatung Oil) e Flavour full foods, accusati di irregolarità nella produzione locale di oli misti, ha dato un ulteriore impulso all’importazione di olio di oliva italiano.

 

Link, http://confapi.selpress.com/immagini/100114A/2014011031102.pdf 



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