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Italia. Olio: boom
di esportazioni verso Taiwan per il made in Italy
8 giugno 2015
Agevolate da un
regime doganale che non prevede dazi per l’olio di oliva, sia per il prodotto
puro che per i prodotti miscelati, le importazioni di olio di oliva in generale
dall’Italia verso Taiwan sono in crescita. Le importazioni di Taiwan, se si
comprende anche la voce doganale 1509 nella quale rientrano tutti i tipi di oli
raffinati di oliva, sono state pari a 43.5 milioni di USD con una crescita del
41.3% rispetto al 2013. Nello stesso periodo Le esportazioni italiane sono state
pari a 27.13 milioni di USD in aumento del 51% rispetto al 2013. L’Italia resta
anche nel dato globale il fornitore principale di Taiwan con una quota del
62.3%. In termini assoluti la quota di mercato, il secondo fornitore, della
Spagna è pari al 26,3%.
Nel 2014 l’Italia si è attestata come fornitore di un prodotto di qualità
prediletto sia dai consumatori che dagli importatori, specialmente dopo alcuni
scandali che si sono succeduti sin dalla fine del 2013 e per tutto il 2014 e che
hanno coinvolto le aziende locali da far perdere ai consumatori la fiducia nelle
produzioni locali e spingendoli ad acquistare prodotti importati che vengono di
norma sottoposti a controlli molto maggiori.
L’olio d’oliva italiano è da sempre sinonimo di qualità ed affidabilità, viene
preferito da chef e consumatori, il mercato si sta espandendo e diversificando
ed è ormai propenso all’assorbimento di prodotti biologici e di qualità elevata.
Tuttavia il mantenimento del vantaggio comparativo acquisito dal nostro Paese
richiede un’accurata azione promozionale, sin dallo scorso anno l’ufficio
dell’agenzia ICE è impegnato nell’attività promozionale a favore dell’olio
d’oliva italiano. Sempre nel 2014 ha organizzato una vasta campagna promozionale
che ha compreso tra l’altro un seminario evento in collaborazione con UNAPROL
rivolto a importatori e grossisti del settore alimentare, opinion makers,
giornalisti e manager food and beverage di grandi hotel, autorità sanitarie
locali, coinvolgendo oltre 90 persone.
Un evento simile sarà riproposto, ma questa volta anche con la presenza di
aziende italiane il prossimo 10 giugno presso l’Hotel Westin di Taipei.
L’obiettivo dell’incontro è accrescere la sensibilità di consumatori e delle
autorità dell’isola stato verso il prodotto di alta qualità italiana.
“L’utilizzo dell’olio d’oliva nella cucina taiwanese – afferma Chiara Petrò
direttore dell’ufficio dell’agenzia ICE a Taipei, si è diffuso solo da pochi
anni. In precedenza il settore della gastronomia e cucina utilizzava quasi
esclusivamente grassi di origine animale anche per le fritture, in tempi più
recente oli di semi di vario genere, tra cui i più diffusi erano gli oli di semi
vari, arachidi, soia”.
Grazie alla maggiore consapevolezza per uno stile di vita e di cucina che
predilige abitudini più salutari, si è fatta strada la conoscenza sull’utilizzo
dell’olio d’ oliva in cucina. In questo contesto molti sono stati gli
importatori o i grandi gruppi che hanno preferito fare la propria scelta verso
prodotti di qualità superiore provenienti dall’ Italia ed hanno scelto di
diversificare la loro offerta.
“Questo mercato è una scommessa vincente – afferma David Granieri, presidente di
Unaprol. Buone le prospettive di sviluppo e di crescita della domanda del
prodotto di qualità. Una buona ragione – ha concluso - per cogliere le
opportunità che giungono da una richiesta sempre più esigente che premia gli
sforzi delle nostre migliori imprese olivicole tracciate”.
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