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Taiwan, sfida a quota 10.000
Di Davide Dalmasso
- Head of R&D di ADB
18/05/2015
C’è stato un momento, lo scorso anno, in cui sembrava che il mondo potesse fare a meno della Cina. Il ridimensionamento delle stime di crescita, unitamente alle problematiche del settore immobiliare e finanziario, avevano portato gli investitori a sottopesare questa asset class.
C’è stato un momento, lo scorso anno, in cui sembrava che il mondo potesse fare a meno della Cina. Il ridimensionamento delle stime di crescita, unitamente alle problematiche del settore immobiliare e finanziario, avevano portato gli investitori a sottopesare questa asset class. A fine 2014, complice anche la liberalizzazione del mercato azionario cinese, un enorme flusso di denaro si è invece nuovamente spostato verso il Far East. A beneficiarne non è stata solo la Cina ma anche tutti i satelliti che orbitano attorno. Taiwan è sicuramente uno di questi.
Con un peso sull’indice MSCI Emerging Markets che sfiora il 13%, la piccola isola del Pacifico è una delle economie più floride dell’area, anche se la mole del suo vicino di casa spesso la mette in ombra.
Gli ultimi dati
macroeconomici fotografano un’economia che cresce con una disoccupazione sui
livelli più bassi degli ultimi 14 anni, sotto il 4%. Il Pil è salito del 3.46%
nel primo trimestre in linea con quanto previsto dal governo e dagli analisti,
grazie al buon andamento del settore tecnologico (in tutto il mondo) che ha
favorito la domanda di componenti elettronici, in particolare di personal
computer e smartphone su cui si è registrata una decisa accelerazione.
Oltre a fattori di natura fondamentale, l’indice di Taipei è stato spinto al rialzo anche da una motivazione più tecnica. Sui media si sono infatti susseguite le notizie sul possibile lancio di un programma di collegamento tra le borse di Shanghai e Taiwan. Un progetto simile a quello che è stato realizzato lo scorso novembre tra la borsa cinese e quella di Hong Kong e che permetterebbe alle imprese dell’isola di investire e finanziarsi sul mercato dei capitali del Continente. Sebbene vi sia un grosso punto interrogativo su quando e come questa connessione verrà attuata, la corsa alle azioni taiwanesi è stata immediata con flussi in ingresso che hanno raggiunto i livelli più alti dal 2007.
Tutto questo si è
tradotto in una accelerazione dell’indice azionario di Taiwan che ha ripreso
contatto con i 10.000 punti. Com’è possibile vedere dal grafico questo livello
ha da sempre giocato un ruolo determinante nelle sorti dell’indice ed in
particolare ha sempre arrestato la sua corsa rialzista. Ciò è avvenuto nel ’97,
nel 2000 e nel 2007. Le indicazioni operative e le implicazioni positive che
potrebbero giungere dal superamento di questa soglia sono estremamente
importanti favorendo l’ingresso da parte di chi non è ancora posizionato long
sul mercato.
La corsa agli acquisti ha avuto anche come effetto un importante apprezzamento della valuta locale, il dollaro taiwanese. Il cambio contro euro non scendeva così in basso dal 2002. Sebbene ciò preoccupi le autorità di Taiwan per le controindicazioni che potrebbero esserci sull’export, il rialzo del dollaro ha incrementato i guadagni degli investitori esteri favorendo ulteriormente l’afflusso di denaro sull’isola.
Link, http://www.trend-online.com/risparmio/taiwan-sfida-a-quota-10000/#.VVm3mI7tmko
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