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Enrico Derflingher da Lady D a Taiwan
Intervista a uno degli Chef italiani più famosi del mondo
23 maggio 2016
È uno degli Chef più famosi del mondo, nonché un personaggio influente nell’ambiente del food internazionale. Enrico Derflingher presiede l’Euro-Toques Italia ed anche International, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica circa l’importanza delle materie prime, la cultura del mangiare sano, ma anche la riduzione degli sprechi in cucina.
La sua vita è un fermento continuo, tra un aperitivo per Vittorio Sgarbi e una cena per Andrea Bocelli, un congresso Euro-Toques Italia a Paestum e un nuovo progetto a Taiwan ed Asia. Alle sue spalle, un curriculum da far invidia a chiunque: molti sono stati gli incontri che, sin da giovanissimo, hanno fatto volare la sua carriera, da Lady Diana a Putin, da Berlusconi alla Corte Reale inglese, dalla Casa Bianca alla figlia dell’Imperatore del Giappone.
Chef Enrico Derflingher con Giorgio Armani
Nella bella terrazza panoramica con piscina dell’Hotel Boscolo Exedra Roma, Derflingher si è concesso qualche minuto per parlare con noi di Luxgallery.
Chef, partiamo
dall’oggi per arrivare al passato. In che cosa è impegnato al momento?
Il progetto centrale riguarda Taiwan e la Cina: insieme all’americano Michael
DePrenda ad agosto apriremo il primo ristorante a Taipei appartenente a una
catena chiamata “Il Mercato”, il cui scopo è quello di portare la vera e genuina
cucina italiana in Asia. Se tutto va bene, vorremmo riuscire a lanciare 4-5
locali tra quest’anno e il prossimo.
Nel frattempo, non dimentico gli altri eventi che occupano le mie giornate. Il
16 e 17 maggio, ad esempio, sarò presente a una convention a Paestum sulla dieta
mediterranea, con cuochi stellati e i tre ingredienti principali che non possono
mai mancare: grano, olio extravergine di oliva, pomodoro. Inoltre, c’è sempre la
mia attività di Presidente di Euro-Toques, che richiede molto tempo.
Diciamo due parole
su questa associazione.
Proprio quest’anno festeggiamo i trent’anni dalla fondazione, avvenuta per
volere del Presidente Onorario Gualtiero Marchesi e di sei Chef tra i migliori
della Comunità Europea. Con il tempo siamo arrivati a contare circa 200 iscritti
in Italia, con e senza stelle, i quali hanno in comune l’amore per la materia
prima, una stretta selezione dei prodotti freschi, la condivisione del sapere e
il rispetto reciproco. Nell’Euro-Toques la qualità si unisce alla sensibilità e
all’estro, oltre alla volontà di tutelare le diversità locali e di formare nuovi
cuochi scoprendo e incentivando i giovani talenti.
Nella sua vita ha
potuto conoscere tante persone notevoli. Qualche nome?
Oltre ai capi di stato occidentali, ricordo con piacere il matrimonio della
figlia dell’Imperatore del Giappone, che diede avvio alla mia ascesa in Asia.
L’Oriente mi ha sempre affascinato, per questo ci ho lavorato a lungo come
responsabile dei ristoranti Armani; è stato piacevole scoprire quanto la cucina
italiana venga apprezzata anche in culture così diverse dalla nostra. Ho poi
lavorato con più di 200 cuochi non ancora affermati, alcuni dei quali sono oggi
stellati: questa è per me una grande soddisfazione, poiché amo insegnare.
Personalmente, ho ricevuto la prima stella Michelin presso il ristorante
dell’Hotel Eden a Roma, che all’epoca aveva la terrazza più straordinaria della
città. Infine, guardo con grande affetto agli anni spesi a stretto contatto con
Lady Diana, una donna eccezionale, dolce, sempre solare. Quello è stato
sicuramente uno dei periodi migliori in tutta la mia carriera.
C’è un aneddoto
particolare che ci può svelare in merito al suo lavoro presso la Corte Reale
inglese?
Ricordo con simpatia una cena con i principali capi di stato del mondo a Londra,
dove erano presenti anche Reagan e Gorbačëv. Preparai il mio piatto forte, il
risotto, e alla fine della serata, quando mi stavo finalmente rilassando, mi
comunicarono che la regina in persona mi voleva in sala. Siccome questo genere
di cose non accadono mai, ero certo di stare per prendere una lavata di capo o
qualche altra umiliazione, invece mi fece i complimenti davanti a tutti i
commensali e mi chiese che cosa volessi come regalo. Io le risposi: “La pentola
dentro cui ho cucinato stasera”. Tutti scoppiarono a ridere, ma da quel giorno
la famosa pentola – ribattezzata “Regina Vittoria” – si trova in bella mostra
nella mia casa.
Che cosa fa un uomo
richiesto come lei nel tempo libero?
Mi dedico al mio uliveto sul lago di Como, dove vivo con la mia famiglia. L’olio
d’oliva è sempre stato una mia passione, inoltre Hemingway diceva che nella vita
bisogna fare tre cose prima di morire: piantare una pianta, costruire una casa e
scrivere un libro. A me manca soltanto l’ultima.
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