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Giochi Preziosi e Artsana verso lo scioglimento della joint venture
Il polo del giocattolo nato nel 2015 rischia di avere vita breve. Investindustrial ha rilevato il 60% del gruppo che controlla Chicco e ha sul tavolo il dossier dell'alleanza con Preziosi: probabile che una delle parti ceda la sua quota
di GIULIANO BALESTRERI
15 agosto 2016
MILANO - Rischia di non arrivare al secondo compleanno la joint venture nata nel
2015 tra la Giochi Preziosi e l'Artsana che ha dato vita al polo italiano del
giocattolo attraverso il conferimento a una newco dei rispettivi marchi attivi
nel settore retail, da Prenatal a Toys fino a Bimbostore. Un'operazione
decollata con ambiziosi obiettivi: "Fatturiamo già 800 milioni di euro -
spiegava Enrico Preziosi -, puntiamo a quota un miliardo nel giro di due o tre
anni poi ci quotiamo in Borsa".
Sul fronte del giro d'affari quota un miliardo non è poi così lontana, ma affiché il settore della distribuzione dei giocattoli e dei prodotti per bambini sia redditizio è necessario che la massa gestita aumenti ancora. Nei primi nove mesi di vita la società ha iscritto a bilancio ricavi per 721 milioni di euro a fronte di un utile operativo pari a 3,9 milioni di euro. Insomma poca cosa per i due azionisti a monte, Giochi Preziosi da una parte e Artsana - che controlla tra gli altri il marchio Chicco - dall'altra.
Ecco perché a breve è attesa una svolta nella compagine azionaria. Ad aprile di quest'anno, la famiglia Catelli, proprietaria di Artsana, ha ceduto per circa 750 milioni di euro il 60% del capitale e il controllo dell'azienda al fondo Investindustrial del finanziere Andrea Bonomi. Un investimento di medio lungo periodo per Bonomi che al momento dell'operazione annunciò l'intenzione di "investire importanti risorse umane e finanziarie in quello che sono certo sarà un percorso comune di crescita che ci porterà a raggiungere nuovi importanti traguardi".
Un traguardo che passa anche attraverso la razionalizzazione delle partecipazioni. A cominciare da quelle meno redditizie. Prima dell'estate sul tavolo di Investindustrial pare sia arrivato il dossier della joint venture con la Giochi Preziosi. Preziosi e lo stesso Bonomi sarebbero d'accordo sulla necessità di avere un solo azionista a capo delle società. In questo modo un solo "padrone" potrebbe prendere decisioni in maniera più rapida e incisiva.
D'altra parte la newco era nata dall'idea di due imprenditori, adesso che una delle controparti è un investitore finanziario l'approccio e l'obiettivo dell'operazione sembrano destinati a cambiare. A questo punto la strada sarebbe una sola: che uno dei soci rilevi la quota dell'altro. Ed è più probabile che a farlo sia Bonomi. Enrico Preziosi, infatti, è appena riuscito a rimettere in careggiata la sua Giochi Preziosi, grazie anche all'ingresso nell'azionariato del taiwanese Micheal Lee che ha rilevato il 49% dal capitale in mano alle banche e al fondo di private equity Clessidra.
Il mercato dei giocattoli, però, resta in sofferenza: lo scorso anno Giochi Preziosi ha chiuso il bilancio con 900 milioni di ricavi e un utile operativo di 6,5 milioni di euro. Certo, nell'ultimo anno la situazione debitoria nei confronti delle banche è migliorata passando da 335 milioni di euro a 154 milioni, ma è difficile che l'imprenditore campano voglia investire su un business poco redditizio. Più facile che cerchi risorse fresche per sostenere il suo core business. A meno che non voglia passare la mano sul controllo dell'intero gruppo, ma si tratta di un'ipotesi che per Preziosi "non vale neppure la pena di commentare".
Link, http://www.repubblica.it/economia/2016/08/15/news/giochi_preziosi_investindustrial-145740583/?rss
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