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I Brics sono morti. Lunga vita ai Ticks

 

di Steven Johnson

29 gennaio 2016


 
Il concetto di «Brics», basato sulla convinzione che il quartetto Brasile, Russia, India e Cina avrebbe messo in moto un’ondata inarrestabile di crescita economica guidata dal mercato, ha occupato il firmamento per più di dieci anni dopo essere stato coniato dall’allora chief economist di Goldman Sachs Jim O’Neill nel 2001.
Ma la recessione sempre più grave in Brasile e Russia ha inferto un tale colpo alla fiducia nei Bric che alla fine dello scorso anno persino Goldman ha chiuso il suo fondo Bric dopo che gli attivi erano scivolati a 100 milioni di dollari da un picco di 800 milioni a fine 2010.
Al suo posto, i manager dei mercati emergenti sembrano essersi imbattuti su un suo potenziale sostituto: i Ticks, con i supertecnologici Taiwan e (Sud) Corea che sgomitano al posto dei «commodities-centrici»Brasile e Russia. Al di là dell’acronimo orecchiabile, il riallineamento ci dice molto sui cambiamenti in corso nei mercati emergenti e nel mondo, con i servizi e in particolare la tecnologia in primo piano e gli scambi di beni fisici, soprattutto commodities, in ritirata. «I Bric snon sono più il motore della crescita negli emergenti. C’è un nuovo ordine di cose», dice Steven Holden, fondatore di Copley Fund Research, che gestisce 120 fondi di equity sui mercati emergenti (EM) per 230 miliardi di dollari. «La tecnologia sta dilagando e il consumatore è il focus degli investitori negli emergenti. Non credo che la maggior parte delle persone ne sia consapevole. Pensano ancora a Brasile, Russia, alle grandi compagnie energetiche. Invece tutto è cambiato enormemente».

Richard Sneller, capo dell’equity sugli EM di Baillie Gifford, le cui società investono il 45-50% dei 10-15 miliardi di attivi in compagnie tecnologiche, aggiunge: «In molti mercati emergenti, la velocità con la quale i giovani consumatori si adattano al cambiamento tecnologico in aree come l’e-commerce e lo shopping online è molto maggiore che negli Stati Uniti. Tendenze che speravamo emergessero 15-20 anni fa hanno finito per generare grossi flussi di cassa».

Luke Richdale, capo del portafoglio clienti sui mercati emergenti di JPMorgan Asset Management, che gestisce 70 miliardi in equity, sottolinea: «Stiamo assistendo a balzi in avanti della tecnologia in Cina. Certi modelli occidentali, come i “bricks and mortar”, non accadranno in Cina».

Stando ai dati di Copley, un fondo equity sugli EM investe in media il 54% degli asset sui Ticks, dal 40% dell’aprile 2013, mentre i Brics sono rimasti poco sopra al 40%, nonostante la forte ascesa della Cina nel peso dell’indice. In dicembre il 63% dei fondi aveva investito almeno il 50% degli asset nei Ticks, contro solo il 10% nei Brics.

 

Link, http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2016-01-28/i-brics-sono-morti-lunga-vita-ticks-161909.shtml?uuid=ACrwsEJC&fromSearch

 



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