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Kmc Chain, Kind Shock e Hubsmith, eccellenze taiwanesi
25/01/2016
Terzo capitolo del viaggio esclusivo in previsione della grande fiera
d'Oriente. Si passano in rassegna i leader nel settore delle catene, produttori
di reggisella telescopici e fornitori di mozzi per ruota. Che da tempo strizzano
l'occhio al mondo occidentale.
Terzo capitolo del
nostro percorso esclusivo tra i brand taiwanesi del settore ciclo, a meno di due
mesi dall’importante appuntamento di Taipei International Cycle Show in
programma dal 2 al 5 marzo. In tema di eccellenze oggi ci occupiamo di catene,
reggisella e mozzi per ruota. Scoprendo che Kmc Chain, Ks Suspension e Hubsmith
fanno parte della quotidianità del cicloamatore europeo molto più di quanto si
possa immaginare.
Kmc Chain, monopolio planetario sulle catene
Se realizzare 500
milioni di catene all’anno può non sembrare una quantità sufficientemente
significativa per comprendere la dimensione di questa azienda di Tainan quotata
nelle principali Borse asiatiche, sapere che quel dato rappresenta il 78% del
monopolio planetario può sicuramente aiutare a schiarirsi le idee al riguardo.
Con la produzione annuale, il marchio Kmc copre con le sue catene per 5,3 volte
la distanza tra la terra e la luna: il brand vede la luce nel 1977 quale
fornitore di catene per biciclette (da cui attualmente ottiene il 60% dei
ricavi), mentre è nel 1982 che dà il via alla produzione in ambito
motociclistico. Oggi conta nove stabilimenti, sei in Cina, due a Taiwan ed uno
in Europa, aperto nel 2000 ad Heerenveen, nei Paesi Bassi.
“India e Sudamerica sono i nostri prossimi potenziali mercati – ammette Adrian
Bleiler, primo assistente del Ceo Charles Wu -, Paesi nei quali vogliamo
ripetere quanto di buono abbiamo ottenuto con i nostri prodotti negli Usa, in
Europa e in Cina. Perché abbiamo così tanto successo? Forse perché nel corso
degli anni abbiamo capito che non ha senso adattare una catena specifica per
ciascuna bicicletta, bensì quando la progettiamo abbiamo già in testa che
funzionerà con quel determinato tipo di bici. E’ partendo da questo concetto che
l’azienda ha creato le proprie fortune, guadagnandosi via via maggiore credito a
livello internazionale”. Le catene Kmc, sono interamente compatibili con i
principali gruppi in commercio; non esiste infatti una linea differenziata per
utilizzo e le catene sono adattabili sia per uso corsa che per le mountain bike.
Fiore all’occhiello della linea sono i prodotti della serie X-Super Light per
gruppi a 11, 10, 9 e 8 velocità, per ogni disciplina.
Benché nello stabilimento, ancor più che in altre compagnie di Taiwan, regni una
segretezza probabilmente eccessiva rispetto agli intenti di chi fa visita per
soli scopi promozionali, Kmc riconosce con fierezza di essere il primo ed unico
produttore di catene a certificare l’impatto produttivo sull’ambiente in termini
di emissione di carbonio. Al fine di ridurre le emissioni, i processi produttivi
sono sottoposti costantemente a controlli e ottimizzazioni: vengono messe in
atto anche le più semplici procedure, come l’utilizzo di pannelli solari che in
fabbrica riducono o addirittura neutralizzano il consumo di energia elettrica.
Fornitore di Dimension Data (ex Mtn-Qhubeka) e Caja Rural-Seguros Rga, il
colosso taiwanese ha nei campioni olimpici della mtb Julie Bresset e Sabine
Spitz, e della bmx Maris Strombergs i propri autorevoli testimonial, nonché
l’iberico dell’Astana Luis Leon Sanchez, campione olimpico europeo su strada lo
scorso anno a Baku. Se i successi sportivi sono nel Dna in ossequio allo slogan
aziendale “link to perfection” ancora maggiore sostanza c’è nella tecnologia di
rivestimento, in nitruro di titanio e carbonio e nella serie testata antiruggine
per city e trekking bike. Catene per e-bike, bmx, freestyle e scatto fisso
completano con successo la gamma già avviata da bici da strada, mtb e
ciclocross, nonché gli accessori per pulizia e manutenzione tecnica. Perché da
queste parti e sulle biciclette di milioni di cicloturisti fanno sapere di fare
tremendamente sul serio. E, inseguendo la perfezione, non v’è ragione di
dubitarne.
Reggisella d'alta
qualità e filosofia 'made in Usa' per il brand Kind Shock
Una forza lavoro di
500 unità a Taiwan, altrettanta in Cina, rappresenta il patrimonio di questo
complesso nato sull’isola dell’Estremo Oriente ma delocalizzato in California e
soprattutto arricchito da studi e risorse provenienti dagli States. A Tainan,
tuttavia, è rimasta l’azienda madre del marchio creato dalla famiglia Hsu: 37
distributori nel mondo e 36 punti di servizio parlano a favore di un brand che
sogna di aprire presto un’unità produttiva anche in Europa. Kind Shock ha
introdotto il suo primo reggisella nel 2007 e da allora ha continuato a
concentrarsi sullo sviluppo di prodotti eccellenti al fine di soddisfare le
esigenze degli utenti. Ogni anno lancia sul mercato internazionale novità
destinate a lasciare il segno, come il nuovo reggisella telescopico regolabile
Lev Carbon in fibra di carbonio progettato per il ciclocross nel corso del 2015.
Martin Hsu, fondatore e direttore generale dell’azienda, mostra orgoglioso il
primo reggisella realizzato una quindicina di anni fa e del peso di un chilo:
oggi, ogni reggisella telescopico in fibra di carbonio sfornato per le
competizioni risulta essere tanto leggero quanto indistruttibile. “A causa della
varietà di utilizzo su terreni differenti, vi è una forte domanda di reggisella
regolabili – afferma con orgoglio Hsu -. I nostri prodotti sono stati
favorevolmente accolti sul mercato, tuttavia Kind Shock continua a pensare a
come estenderne finalità e funzionalità. L’ultimo nato, appunto Lev Carbon, è al
riguardo la dimostrazione delle nostre migliori intenzioni”.
Le prime produzioni di Kind Shock Suspension sono state forcelle anteriori,
steli, attacchi del manubrio, cuscinetti del movimento centrale ed altri
componenti del telaio. Dal 2011 l’azienda ha cominciato a sviluppare la linea
Lev, il primo azionamento idraulico al mondo per reggisella senza alcun
movimento del cavo, seguito da Lev Integra, del tutto identico a Lev ma con
passaggio interno dei cavi. Il 2013 è invece caratterizzato dall’utilizzo di
carbonio con modelli come Lev Ci destinati a superare precedenti nozioni di
leggerezza e finitura. Peculiarità del Lev è quella di avere il cavo di
azionamento che si innesta direttamente alla base dello stelo; lo stesso non è
fissato alla base della testa di inserimento della sella e in questo modo il
cavo non si alza e abbassa insieme allo stelo. Ne guadagna l’estetica della
bici, ma soprattutto la funzionalità e l’affidabilità, essendo il cavo protetto
da un coperchietto in alluminio.
Suddivisi in quattro serie - Lev, SuperNature, Dropzone e eTen - i prodotti sono
compatibili con la maggior parte delle biciclette di alta gamma, in particolare
nella mountain bike e nel ciclocross. I reggisella realizzati nella fabbrica
taiwanese costituiscono la maggioranza della capacità e del fatturato aziendale:
la produzione mensile è di circa 8.000 pezzi. Per Ks i principali mercati
restano gli Stati Uniti e l’Europa, con un potenziale di grande crescita fatto
registrare negli ultimi anni. Di questo passo nulla è impossibile per la
frizzante e dinamica creatura di Tainan.
Hubsmith, leader tra i mozzi con l'esperienza di Lien-Chin
E’ nata solo sei
anni fa dall’iniziativa del suo direttore generale Johnny Lai, che per parecchio
più tempo ha maturato una grande esperienza (presso Lien-Chin, come alcuni
collaboratori ancora oggi al suo fianco) nel campo della progettazione e
realizzazione di mozzi per ruota. Se il mozzo è il cuore di ogni bicicletta,
ciascuno di essi è costruito attraverso un accurato processo di innovazione: si
interviene con macchine Cnc (ne sono presenti 14), poi si passa alla finitura e
dunque al collaudo conclusivo, come in ogni percorso produttivo che si rispetti.
Dove sta dunque la novità? Nella qualità delle operazioni, che si traducono in
un risultato finale di assoluto prestigio. Il tutto in nome di una leggerezza
con pochi eguali.
Il mercato internazionale definisce autorevolmente Hubsmith la boutique del
mozzo. Il segreto è quello di trasmettere nel modo più scorrevole possibile la
forza motrice sviluppata sulle ruote, azzerando il gioco laterale. L’azienda
produce 100.000 pezzi l’anno, un quarto dei quali destinati al mercato asiatico
(Cina, Giappone, Singapore, Malesia e Thailandia) e un quarto per l’utilizzo
locale. I mozzi Hubsmith trovano grande impiego in Europa (il 40% del fatturato
arriva dal Vecchio Continente), dove sono Germania e Belgio a farla da padrone;
solo il 10% del materiale raggiunge gli Stati Uniti. La gamma di prodotti
include mozzi per bici da strada, mtb, single speed, fat bike e bici per trial,
compatibili con Shimano, Sram, Campagnolo e Brompton. Nella più recente linea
produttiva non passano certo inosservate le Mini Bike Series in carbonio e
alluminio, ruote superleggere a cinque razze.
Johnny Lai è particolarmente orgoglioso dei tre riconoscimenti ottenuti tra il
2013 e il 2015 a Taipei International Cycle Show, per le sue innovazioni. Il
primo riguardava il brevetto per la piastra d’acciaio che previene l’usura sul
mozzo, seguito da un sistema unidirezionale regolabile e, infine, da un mozzo in
fibra di carbonio caratterizzato da una flangia vuota. “Sviluppare soluzioni
creative realizzando mozzi è stato per 30 anni il mio mantra presso Lien-Chin –
spiega Mr. Lai -, dove fornivo materiale per conto terzi a diversi brand. Ora
che siamo noi stessi in prima linea, vogliamo mantenere il controllo sulla
qualità dei nostri prodotti e servire ai clienti la migliore offerta possibile.
Anche in termini di affidabilità”. Per questo Hubsmith sviluppa i prodotti
presso il Cycling & Health Tech Industry di Taiwan. Per crescere ulteriormente e
diversificare la propria attività Hubsmith ha introdotto un’interessante
sinergia con una serie di prodotti alternativi. Sintomatico l’esempio della
Birdy disegnata in Germania e prodotta dalla Pacific Cycles a Taiwan. Sulla base
del concetto che le minibike leggere e pieghevoli garantiscono un buon
funzionamento e un’agevole manutenzione delle ruote, Hubsmith ha sviluppato una
gamma completa di mozzi tra i 349 e i 455 millimetri. La gamma dispone di cerchi
in carbonio o fibra di carbonio rivestiti d’alluminio ed esclusivamente
marchiati Hubsmith. Davvero una joint venture ben riuscita.
Link, http://www.ciclismo.it/kmc-chain-kind-shock-e-hubsmith-eccellenze-taiwanesi-ciclismo-29077
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