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Trieste, salta una linea di container dal Far East
Lo scalo perde
uno dei tre servizi transoceanici. Ma il terminalista assicura che il traffico
sarà redistribuito tra gli altri due
di Silvio Maranzana
17 marzo 2016
TRIESTE Trieste perde uno dei tre servizi transoceanici nell’ambito dei
container che settimanalmente la collegano al Far East. Dalla fine di questo
mese infatti il consorzio contrassegnato dalla sigla Ckyhe e composto tutto da
compagnie estremo-orientali e in particolare da Cosco, K-line, Yang Ming, Hanjin
e Evergreen non scalerà più il Molo Settimo. Per l’esattezza viene cancellato
sulla rotta Asia-Mediterraneo l’intero servizio Adr per il quale venivano
utilizzate dieci portacontainer da 8.500 teu e che scalava i porti di Ashdod,
Alessandria e Pireo prima di addentrarsi in Adriatico e toccare Trieste e
Capodistria. Nella riorganizzazione dei servizi presentata ieri da Ckyhe
risultano solo i porti italiani di Genova e La Spezia, mentre Trieste, come
pubblicato dal sito web specializzato InforMare, non compare nella nuova
configurazione del network di rotte.
Secondo il vertice di Trieste marine terminal dal quale comunque non escono
dichiarazioni ufficiali, il danno per il porto triestino verrebbe pressoché
riassorbito dalla redistribuzione dei volumi di traffico destinato al Nord
Adriatico nelle unità degli altri due consorzi, mentre sarà certamente
scongiurata l’ipotetica beffa che poteva essere rappresentata dall’abbandono di
Trieste da parte di Evergreen il gruppo taiwanese del quale comè noto fa parte
Italia Marittima, cioé l’ex Lloyd Triestino. Evergreen in realtà starebbe
uscendo da Ckyhe per andare a rinforzare una delle altre due alleanze
armatoriali e per la precisione la Ocean three oggi composta da China shipping,
dalla francese Cma-Cgm e dall’araba Uasc. Sarebbe già stato deciso di utilizzare
sulla rotta dal Far East all’Adriatico 10 navi da 5.600 teu di capienza di cui 6
navi di Cma-Cgm, 2 di Evergreen, 1 di China shipping e 1 di Uasc. Non solo, ma
sarebbe anche già stata pianificata una seconda fase con il passaggio alle
megaportacontainer che non potranno entrare a Venezia per cui anche il traffico
oggi lì diretto sarebbe alla fine dirottato a Trieste. Il Molo Settimo, oltre ad
essere servito dal consorzio Ocean three, continuerà a venir utilizzato anche
dal servizio del consorzio 2M di cui fanno parte le prime due compagnie al mondo
per i container e cioè la danese Maersk e la svizzera Msc e che le
megaportacontainer già le utilizza.
La situazione comunque resta totalmente fluida dato che la Cina ha frenato il
proprio ritmo di crescita, le compagnie Cosco e China shipping si sono fuse, la
corsa al gigantismo navale ha provocato un’overcapacity di stiva e i noli sono
crollati a cento euro al container per cui i consorzi si stanno riposizionando
sul mercato. Il Molo Settimo, dopo un calo del 6,8% registrato l’anno scorso
rispetto al 2014
in virtù della movimentazione di 443mila teu, sta tornando a crescere e il mese scorso con 38.314 teu (più 10,47% rispetto all’anno scorso) ha chiuso il miglior febbraio di tutti i tempi, mentre anche i volumi della prima metà di marzo risultano in crescita.
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