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Il Pc è rinato ma solo per fanatici della potenza
 

–di Marco Consoli 07 giugno 2017

 

Qualsiasi nuovo telefono in uscita oggi è più potente di quanto fosse un Pc all'epoca in cui gli stessi smartphone sono stati introdotti. Questo fatto, insieme all’arrivo del tablet, e alla maturata versatilità delle app che permettono di fare qualsiasi cosa, spiega perché il mercato del personal computer ha perso progressivamente valore negli ultimi anni: secondo una ricerca di IDC nel 2016 nel mondo sono stati venduti 260 milioni di Pc, mentre nel 2013 erano stati 316 milioni. Ma dire che siamo entrati nell’era “post-Pc”, come qualche analista ha affermato, pare prematuro: segnali incoraggianti arrivano infatti dal Computex di Taipei, la grande fiera mondiale dedicata proprio alla tecnologia che ruota attorno al personal computer e che si è conclusa ieri.

“Il Pc è morto, viva il Pc!”, potrebbe essere il mantra della manifestazione che certifica un grande fermento in atto nel settore sotto il segno di un cambio totale di pelle: il computer come strumento tecnologico ad uso della famiglia o dei professionisti sembra avviarsi sul lento viale del tramonto, mentre emerge con prepotenza l’utilizzo per i videogiochi. I numeri, rivelati da Jon Peddie Research, d’altra parte non lasciano adito a dubbi: il 43% dei computer venduti nel 2016 appartengono alla fascia alta di performance, e sono quelli ricercati da chi ha bisogno di enorme potenza di calcolo e grafica proprio per far funzionare al meglio i videogame. Il valore di questo segmento, compreso l’indotto rappresentato dagli innumerevoli accessori, ha prodotto l’anno scorso un valore di 30 miliardi di dollari. Il computer diventa dunque agli occhi dei produttori un bene di lusso.

Nulla di che stupirsi dunque se al Computex Acer ha nascosto in una stanzetta i suoi modelli “da casa e ufficio” per mettere sotto i riflettori quelli dedicati al gaming. A questa latitudine vanno fortissimo aziende come la taiwanese MSI, che prima produceva componenti per altre aziende ma da qualche anno è diventata il punto di riferimento per la comunità di videogiocatori, con Pc desktop e notebook ultrapotenti, e la Zotac con sede a Macao, che ha presentato un microcomputer più piccolo di un’agenda da tavolo in grado di far funzionare la realtà virtuale, notoriamente esosa in termini di velocità di calcolo richiesta. A credere nel rilancio del settore sono soprattutto le aziende manifatturiere di microchip: Intel e AMD hanno presentato rispettivamente Core i9 e Ryzen Threadripper, processori potentissimi di nuova generazione che saranno perfetti per i Pc di fascia alta ma anche per progetti di altro profilo simili a quelli promessi da NVIDIA. Se quest’ultima da un lato promette performance maggiori sui notebook ultrasottili, proprio per favorire i gamer, dall’altra annuncia che le sue potenti schede grafiche saranno messe a disposizione di due progetti: uno dedicato al deep learning e uno all’intelligenza artificiale robotica. In mezzo a tanta ambizione c’è anche chi, come Asus, ha presentato prodotti di fascia medio-alta non pensati per giocatori ma per alimentare un mercato, quello del Pc, che durerà ancora anni prima di sparire. D’altra parte l’azienda di Taipei è stata l’unica insieme ad Apple a tenere l’anno scorso nelle vendite e ritiene che, almeno nei modelli convertibili, ci siano ancora lievi margini di crescita.

La potenza di calcolo promessa e ora messa a disposizione degli utenti potrebbe anche essere la chiave per il rilancio della realtà virtuale, da un po’ di tempo sonnecchiante dopo il boom mediatico iniziale: HTC Vive e Oculus si sono arenati soprattutto per limiti tecnici, come la necessità di collegare il visore a un filo che rende l’esperienza fastidiosa, ma l’arrivo di computer indossabili a mo' di zainetto, insieme all’abbassamento di prezzo dell’hardware necessario a farli funzionare, potrebbe favorire una ripresa. La miniaturizzazione è d’altra parte uno dei temi di cui si parla a proposito del futuro del Pc: non avremo più un soprammobile con cui interagire, perché l’hardware diventerà talmente piccolo da essere assimilato negli oggetti che ci circondano, dando luogo a quella che in gergo viene chiamata tecnologia ambientale. D’altra parte proprio a Taipei Intel ha presentato la sua Compute Card, un dispositivo grande quanto una carta di credito che collegato a una docking station o a un monitor permette di ottenere un Pc. E che collegato a qualsiasi oggetto o elettrodomestico potrà in futuro renderlo smart e connesso.


 

Link, http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2017-06-07/il-pc-e-rinato-ma-solo--fanatici-potenza--090813.shtml?uuid=AEcK2AVB



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