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Evoluzione e-bike, da Taipei all’Eicma di Milano tantissimi spunti tecnici
10 nov 2018 – Una scorpacciata di biciclette a pedalata assistita è quella cui abbiamo assistito e che abbiamo ammirato nella fiera di Taipei e che sta andando in scena in questi giorni all’Eicma di Milano. Diecimila chilometri di distanza ma un tema conduttore univoco: per molti spostamenti, per il turismo e per un certo tipo di attività fisica, la bicicletta a pedalata assistita è il presente che diventa sempre di più anche il futuro.
A Taipei si è
parlato di Smart City, città connesse e internet delle cose. Connessioni e
strutture pensate per facilitare la mobilità cittadina. Sono cose lontane
davvero diecimila e più chilometri da noi? Non è detto e non è solo questione
geografica, piuttosto di mentalità da adottare per il bene di tutti, partendo
proprio dalle nostre città.
Collaborazioni tra colossi di ogni settore.
E-BIKE, DUE
DIREZIONI
Se la vocazione cittadina dell’e-bke sta prendendo contorni sempre più definiti
e precisi, ottimizzando anche i prezzi (sì, i modelli più evoluti costano
qualcosa in più, ma anche nel settore entry level si sta andando verso un
prodotto comunque affidabile e di buona fattura) e il settore turistico ed
escursionistico quello su cui si sta investendo pure molto.
Aumentano le
biciclette ibride, ossia quelle che possono essere utilizzate sia in versione
elettrica che “muscolare”. E questo soprattutto nel settore stradale delle
biciclette da corsa. Acquistare una bicicletta da corsa “solo” elettrica
significa spendere una cifra mediamente importante per una bicicletta che
funziona solo in un modo e decisamente pesante se la si vuole utilizzare a
motore spento. Perché motore e batteria hanno un peso che può essere migliorato,
ottimizzato, minimizzato, ma non nascosto. E si tratta di un peso importante,
non si scappa.
Se si vuole una bicicletta davvero ibrida – parliamo sempre di modelli da corsa,
perché per altre tipologie di biciclette la cosa ha meno senso (a parte qualche
mountain bike) – bisogna poter optare per una trasformazione totale o quasi, se
si vuole.
Il comparire di molte biciclette con batteria e motore smontabile va proprio in questa direzione. Ecco perché vengono utilizzati spesso propulsori all’interno del mozzo posteriore. È una soluzione rapida per la trasformazione: basta togliere la batteria e cambiare la ruota posteriore per togliere dalla bicicletta quei 4-5 chilogrammi e trasformarla, anche come peso, in una normale bicicletta da corsa.
In questo senso vale la pena segnalare quanto ha fatto Atala, con il suo marchio Whistle. Nello stand milanese dell’Eicma il marchio italiano ha presentato una bicicletta da corsa che contiene, nell’unità rimovibile inserita nel tubo obliquo, sia la batteria che il motore elettrico. Questo si incastra nell’innesto in prossimità del movimento centrale per dare trazione alla bicicletta, oppure si toglie tutto, batteria e propulsore e si applica una copertura nella sede lasciata vuota. La bicicletta scende al di sotto dei dieci chilogrammi e rientra perfettamente nella tipologia da corsa più o meno tradizionale.
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