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Il made in Italy dell’agroalimentare si afferma a Taiwan
 

2 Giugno 2023

L’export dell’agroalimentare made in Italy in Asia è in continua espansione. Ormai, con facilità, nelle grandi città orientali si trovano ristoranti italiani, pizzerie, trattorie ed enoteche. I prodotti italiani più esportati sono la pasta, i pelati, il Parmigiano, i vini, le spezie, l’olio extra vergine di oliva e l’acqua minerale.

C’è uno Stato asiatico dove l’Italian food è particolarmente amato: l’isola di Taiwan. La cuoca Liang Pei-Gi, fondatrice della catena One Gourmet, ha aperto corsi di cucina italiana nella capitale Taipei e a Kaohsiung, la seconda città dell’isola. Dopo aver imparato le ricette regionali del nostro Paese, donne e uomini taiwanesi acquistano le migliori marche dei prodotti alimentari importati dall’Italia.

 

L’agroalimentare made in Italy: i corsi di cucina tenuti da Liang Pei-Gi
Trovare ristoranti italiani in Asia non è più una novità, visti anche i dati elevati dell’export del Made in Italy agroalimentare che prevedono, nella sola Cina, un fatturato di 313 miliardi di euro nel 2024. Però scoprire che nelle più importanti città di Taiwan si tengono corsi di cucina delle tradizioni regionali italiane è un vero unicum.

Liang Pei-Gi ha lavorato per anni nell’alta finanza bancaria internazionale. Un giorno a seguito di disturbi fisici ha effettuato un controllo, da cui è risultato che lo stress e la cattiva alimentazione erano alla base del suo malessere. Liang ha quindi cambiato la sua vita incentrandola sulla salute, mentale e fisica. Avendo girato per il mondo e mangiato ovunque ha realizzato che la dieta mediterranea e lo slow food italiano erano la sua salvezza.

“Quando ho deciso di insegnare ai taiwanesi la salutare dieta mediterranea sono venuta in Italia più volte. – spiega Liang Pei-Gi intervistata a Taipei – Ho percorso il territorio da Nord a Sud, imparando le varie ricette regionali e trattando direttamente con le migliori industrie dell’agroalimentare di pasta, pomodori, olio extravergine e vino. Ho assaggiato cibi totalmente sconosciuti nella cucina cinese come l’aceto balsamico, la crema di pistacchi di Sicilia, la crema di mandorle e i capperi.”

Così Liang Pei-Gi, fondatrice di One Gourmet, ha aperto a Taiwan il suo nuovo business dell’agroalimentare Made in Italy. A Taipei e Kaohsiung ha installato due laboratori dove svolge regolarmente i corsi di ricette mediterranee diffondendo la conoscenza della salutare cucina italiana e offrendo ai taiwanesi la possibilità di sperimentare nuovi sapori, odori, gusti.

 

Come si incontrano il cibo italiano e il gusto locale cinese
Liang Pei-Gi viaggia due volte al mese da Taipei a Kaohsiung. Le lezioni di cucina italiana durano in media tre ore con una trentina di partecipanti, di cui il 70% donne e il 30% uomini. Alla fine i corsisti degustano quanto hanno imparato a cucinare. Alcuni taiwanesi sono frequentatori abituali e tornano mensilmente per imparare nuove ricette. Altri sono nuovi partecipanti attratti dalla novità e dalla diffusa informazione nell’isola della salutare dieta mediterranea dell’agroalimentare made in Italy.

“Quello che in particolare cerco di comunicare ai miei corsisti – racconta Liang – è quanto la dieta mediterranea sia salutare: gli italiani mangiano sano. In Cina l’olio di semi di soia fritto provoca un’alta percentuale di tumori all’intestino. Al contrario l’olio extravergine d’oliva è salutare, ricco di vitamine e con effetti benefici per le malattie circolatorie. Insegno ai miei isolani a mangiare sano ed è per questo che il mio brand si chiama One Gourmet che sta per: Organic, Nutrition, Ecology. Ed il cibo italiano, con meno pesticidi e prodotti chimici, rispecchia questi tre elementi: from the land to the plate” – dalla terra al piatto.

Certo, quando si assaggiano alcune pietanze preparate da Liang Pei-Gi, il sapore può risultare leggermente differente dal gusto nostrano. Infatti l’aglio cinese ha un aroma più forte rispetto a quello italiano e le cipolle vengono fritte in salsa di soia. Inoltre, spesso gli ingredienti dei piatti italiani vengono insaporiti con condimenti cinesi per venire incontro al gusto consolidato alla tradizione culinaria cinese. A volte subentra anche la creatività della cuoca, e così si possono assaggiare i capperi su un’insalata mista con ananas o assaporare il profumo dell’aceto balsamico spruzzato sul gelato.

Al fine di far apprezzare i gusti nostrani, Liang Pei-Gi istituisce anche eventi specifici di tasting, con degustazioni sensoriali di olio extra vergine, vini e aceto balsamico stimolando così una nuova sensibilità olfattiva. Con la diffusione dell’insegnamento della cucina italiana in questa regione dell’Asia, conosciuta principalmente per la sofisticata tecnologia dei microchip, si promuove la salutare dieta mediterranea, si vendono le migliori marche italiane e si diffonde lo stile di vita del nostro Paese.

 

Fonte:  https://www.buonenotizie.it/economia-e-lavoro/consumi/2023/06/02/il-made-in-italy-dellagroalimentare-si-afferma-a-taiwan/massi/

 



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